11/2011 - A mio parere - Mario Nino Fusco

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Lettera di dimissioni da Coordinatore PD inviata a Silvio Paolucci

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Egregio Segretario Regionale,


ti scrivo perché, dopo una lunga e sofferta riflessione, ho deciso di dimettermi da Coordinatore del Circolo PD “Montesilvano Nord”. Lo faccio senza astio ma con la convinzione che il Partito Democratico che avevo desiderato non si è mai realizzato; ritengo innanzitutto che non si sia realizzato a livello nazionale. Tanti sono i motivi; tra i tanti ne elenco solo tre: l’incapacità di affrontare seriamente e definitivamente  il tema della questione morale (vedi i casi Tedesco e Penati); l’impossibilità di elaborare una politica economica davvero originale e riformista che non si appiattisca sulle posizione massimaliste dell'estrema sinistra del partito; il regresso, dopo l’entusiasmo dell’esperienza fondativa del 2007, che ha fatto si che il PD sia tornato ad essere sostanzialmente il vecchio Pds: l’area cattolica democratica è stata fortemente marginalizzata e quella parte di società civile che aveva creduto nel progetto di un partito aperto alla partecipazione e al dialogo non ha mai trovato diritto di cittadinanza. Ma se tutto ciò poteva anche essere sopportato nel nome di una sempre più piccola speranza di cambiamento, lo spettacolo che negli ultimi due mesi il Partito Democratico di Montesilvano ha dato di sé sulla stampa e di fronte all’opinione pubblica mi hanno definitivamente convinto: questo partito, nella nostra città, rischia di diventare  la reincarnazione di quello che fu definito il “sistema Montesilvano”, un intreccio tra politica, affari e interessi personali che vedono sempre gli stessi protagonisti:assistiamo, infatti, alla assurda competizione tra  i candidati degli “inquisiti ex margherita” contro  i candidati degli “inquisiti ex DS”; in mezzo i patetici tentativi del segretario provinciale di Pescara e di quello comunale di trovare a tutti i costi un candidato unico:numerose personalità della società civile locale, contattati, quasi sempre a titolo personale,  nel tentativo di raggiunger una apparente unità; tanto sforzo solo per salvaguardare ruoli, poltrone e ambizioni personali (presenti e future) lasciando fuori dalla porta i veri problemi della nostra città. Nelle pochissime occasioni di incontri istituzionali ho manifestato queste mie idee ai quadri del Partito ottenendone solo emarginazione: visto l’esito che si profila, ne sono fiero; e compio questo mio gesto politico perché non voglio esserne nemmeno indirettamente complice. Continuerò la mia battaglia civile tra la gente e con la gente: quella che ogni mattina comincia una giornata di lavoro con il pensiero del mutuo da pagare, del traffico asfissiante,  dei figli da accompagnare in istituti scolastici spesso fatiscenti, delle strade allagate ogni volta che piove, dell’aria e del mare inquinato, dei mezzi pubblici che non funzionano, del sistema sanitario allo sfascio e delle tasse comunali che aumentano.

Resto nel centro sinistra e quando (e se) a Montesilvano ci saranno le primarie parteciperò, continuando a dare il mio contributo di idee e di proposte per il "Bene Comune".


Ti saluto cordialmente.




Il mistero delle Primarie del centro-sinistra a Montesilvano

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Credo che sarebbe assolutamente necessario indire al più presto una conferenza programmatica del PD montesilvanese, aperta agli iscritti e ai nostri simpatizzanti per condividere ed eventualmente integrare il documento politico elaborato e già votato dalla nostra assemblea cittadina nei mesi scorsi; l’obiettivo è ridare centralità al programma e alla proposta di soluzioni per i tanti problemi di Montesilvano; solo così potremo dimostrare di essere realmente una forza politica capace di assumersi la responsabilità del governo della nostra città; come ho già detto in altre occasioni, per avviare una nuova stagione davvero riformista, anche a Montesilvano bisognerebbe aver il coraggio di percorrere una “via programmatica” al cambiamento: si farebbe prioritariamente il bene della città e si costringerebbe tutti i candidati a dimostrare di possedere una dote ormai rara: una indiscussa credibilità personale e politica.
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